Grazie a un ricamo in fili di lana su tela di lino, l’Arazzo di Bayeux racconta la storia di Guglielmo, duca di Normandia, che divenne re d’Inghilterra nel 1066, dopo la battaglia di Hastings
Una delle tappe più interessanti del nostro viaggio in Normandia e Bretagna è stata quella al museo che ospita l’Arazzo di Bayeux. Inizialmente eravamo un po’ indecisi se andare o meno, immaginando che per i bambini sarebbe stato di una noia mortale. Ma un caro amico ci ha invece suggerito da fare questo piccolo sforzo e andare ugualmente, promettendoci un’esperienza incredibile.
A me piace visitare musei d’arte, ma preferisco di gran lunga la pittura e la scultura…e quando mi capita salto a piè pari arazzi e simili. Ma questa volta, per fortuna, abbiamo fatto un’eccezione.
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Dove si trova l’Arazzo di Bayeux
E così abbiamo incluso nel nostro itinerario normanno anche la graziosa cittadina di Bayeux.
Bayeux si trova in Normandia, nel dipartimento del Calvados. È nota, oltre che per l’arazzo, anche per essere stata la prima cittadina ad essere liberata dai nazisti ad opera delle forze alleate: da qui Charles de Gaulle fece il suo primo discorso da una Francia libera. Era il 16 giugno 1944.
Bayeux peraltro si trova molto vicino alle spiagge dello sbarco in Normandia, e può anche essere scelta come località dove alloggiare per visitare tutta l’area circostante.
Cos’è l’Arazzo di Bayeux?
Cominciamo col dire che l’Arazzo di Bayeux in realtà non è un arazzo (che tecnicamente è un tessuto in cui a lavoro finito l’ordito non si vede, quindi prevale la trama) bensì un tessuto ricamato. Ma per i profani come me questo è un dettaglio che non ha neanche lontanamente scalfito il fascino dell’opera.
Si tratta dunque di un tessuto di lino bianco della lunghezza totale di circa 70 metri ricamato con fili di lana colorata, che racconta la conquista dell’Inghilterra da parte del normanno Guglielmo Il Conquistatore, culminata con la battaglia di Hastings nel 1066.
L’Arazzo di Bayeux fu commissionato da Oddone di Bayeux, fratellastro di Guglielmo, per decorare la nuova cattedrale nel 1077. L’opera ha lo scopo di legittimare e avere una prova tangibile della conquista dell’Inghilterra.
Il magnifico ricamo fu creato da abili artigiani di Canterbury, allora famosi in tutto il continente per le loro capacità . Quasi quasi viene da pensare che non deve essere stato piacevole per il popolo conquistato produrre un opera che sottolineasse la loro sconfitta. Ma in realtà la storia raccontata dall’Arazzo di Bayeux è una storia di riappacificazione e di rispetto, un modo di creare un legame, un’unità nel nuovo regno Normanno-inglese. Ne è prova la caratterizzazione positiva dei personaggi di Aroldo e Edoardo, rispettivamente ultimo e penultimo re d’Inghilterra.
Cosa racconta l’Arazzo di Bayeux
La storia dell’Arazzo di Bayeux inizia nel 1064, quando il re d’Inghilterra, Edoardo il Confessore, ordina a suo cognato Aroldo di compiere un viaggio in Normandia: il suo scopo è proporre a suo cugino Guglielmo la sua successione al trono d’Inghilterra.
La vicenda nasce da un equivoco creato dallo stesso Edoardo che, dopo aver promesso la corona a Guglielmo il Conquistatore, alla sua morte incorona invece Aroldo.
Questo avvenimento scatena l’ira di Guglielmo che decide di invadere l’Inghilterra.
Dopo aver raggiunto le coste del Sussex a fine settembre, il 14 ottobre 1066 inizia la battaglia decisiva tra le truppe normanne e anglosassoni. Preceduti dagli arcieri, i cavalieri normanni galoppano in una lunga cavalcata e piombano sui fanti inglesi protetti da un muro di scudi. I morti sono così numerosi che invadono il bordo inferiore dell’Arazzo. I combattimenti sono feroci, i cavalli cadono così come i cavalieri.
Aroldo viene colpito a un occhio da una freccia e ucciso in battaglia. La ritirata delle truppe inglesi prende allora la forma di una vera e propria disfatta. Così termina bruscamente l’Arazzo la sera del 14 ottobre 1066.
L’Arazzo di Bayeux si compone di ben 58 scene molto ben riconoscibili. La scena principale è ricamata al centro, mentre lungo tutti i bordi dell’arazzo vengono raccontati altri piccoli dettagli accessori.
Come vedere l’Arazzo di Bayeux
Noi non sapevamo bene cosa aspettarci da questa esprienza. Non riuscivamo nemmeno a immaginare come fosse possibile esporre un arazzo lungo quasi 70 metri.
L’Arazzo di Bayeux è esposto al museo de La Tapisserie de Bayeux, un museo molto particolare visto che il lungo ricamo è la sola opera esposta.
Una volta acquistato il biglietto comprensivo di audioguida si arriva all’inizio dell’esposizione.
L’Arazzo di Bayeux è conservato in una lunghissima teca verticale a forma di ferro di cavallo, in una sala completamente buia: le uniche luci sono quelle puntate sulle scene dei ricami. Si crea un’atmosfera molto suggestiva e l’attenzione è completamente catturata dall’arazzo.
La voce narrante dell’audioguida introduce l’opera e poi, ad una ad una, racconta tutte le scene della lunga storia. I dettagli e la raffinatezza dei ricami sono a dir poco commoventi.
I personaggi principali sono facilmente riconoscibili e le scene sono così chiare da rendere molto semplice seguire l’audioguida, che scandisce il lento avanzare dei visitatori totalmente rapiti.
È incredibile come non volasse una mosca, nemmeno i nostri figli fiatavano, tutti intenti a non perdersi nemmeno una parola della spiegazione. Perfino Luca, che al momento della visita ha 4 anni, mi chiede di aspettare ad avanzare perché la sua audioguida non ha ancora cambiato scena. Ecco, l’unica piccola difficoltà è stata dover tenere sempre Luca in braccio perché l’Arazzo di Bayeux è esposto ad altezza di adulto.
A dire il vero un’altra difficoltà c’è stata: riuscire ad accedere al museo. Non mi è chiaro se il non accettare prenotazioni sia dipeso dalle norme anti-Covid19 (l’assembramento fuori dal portone del museo mi porta a pensare che no, non c’entrasse un accidente).
Quindi, dopo essere stati rimbalzato al mattino per raggiunta capienza, abbiamo ritentato al pomeriggio. Apertura ore 15, l’operatore ci consiglia di presentarci almeno un’ora prima per non rischiare di rimanere ancora fuori. Per stare tranquilli alle 13,30 mi sono messa in fila…e c’erano già una trentina di persone.
Quindi il mio consiglio spassionato è quello di controllare sul sito ufficiale le disposizioni per l’acquisto dei biglietti.
Da sempre siamo abituati a conoscere la storia antica attraverso l’arte ma l’Arazzo di Bayeux, come un precursore dei fumetti, è di una originalità tale da renderlo un’opera unica al mondo.