La nostra guida per vedere Torino in 3 giorni con i bambini: piazze, attrazioni e musei dell’ex capitale sabauda senza far morire di noia i più piccoli
Torino è stata davvero una grande sorpresa per noi. Meta scelta per fare visitare il Museo Egizio a Eva mentre studiava gli Egizi a scuola (anche se, causa lockdown, nel frattempo è arrivata ai Cinesi…), dopo una prima impressione negativa si è rivelata ai nostri occhi in tutta la sua maestosità.
I viali ampissimi, i palazzi alti e le piazze ricche di monumenti sono chiare dichiarazioni di una passata vita reale: Torino infatti è stata capitale prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia dal 1861 al 1865, sempre con i Savoia che si trasferiscono a Torino da Chambéry già nel lontano 1563.
Per quanto riguarda il nostro week end a Torino, la città ci si è presentata vestita a festa grazie all’esordio del Giro d’Italia che ha colorato le strade di rosa, con la prima tappa (la cronometro Torino-Torino) che partiva proprio da piazza Castello, davanti al Palazzo Reale e a poche centinaia di metri dal nostro appartamento.
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La prima volta a Torino
Questo per noi è stato il nostro primo week end a Torino. Non conoscevamo per niente la città, la sua mobilità e avevamo solo una vaga idea delle cose da vedere.
Le nostre scelte su cosa vedere a Torino sono state dettate dal tempo (poco) a disposizione e dalla presenza ,come sempre, dei nostri bambini.
In tre giorni (due e mezzo per la precisione) abbiamo camminato moltissimo: le distanze sono ragguardevoli. Ma i controviali, i marciapiedi larghi e puliti e il continuo susseguirsi di giardini e gallerie ci hanno invitato a muoverci sempre a piedi, snobbando i vari mezzi pubblici (tram, bus e anche metropolitana) pur molto presenti.
Volete sapere cosa siamo riusciti a vedere in 3 giorni a Torino?
Cosa vedere a Torino in 3 giorni
Per comodità suddividerò l’itinerario in giornate, segnalando anche i locali dove abbiamo sostato per i pasti e la distanza totale percorsa, in modo da potersi fare un’idea dello sforzo necessario (soprattutto per chi, come noi, viaggia con i bambini).
Cosa vedere a Torino in 3 giorni, giorno 1
Km percorsi: circa 10
Il nostro itinerario a Torino comincia nella tarda mattinata di un sabato di maggio post lockdown.
Parcheggiamo l’auto al parcheggio a pagamento in Piazza Emanuele Filiberto nei pressi di Porta Palazzo. Lo scegliamo perché è in centro ma non in ZTL e perché si può pagare con il Telepass.
Porta Palazzo è un gigantesco crocevia e il suo nome deriva delle antiche porte di accesso romane alla città. Oggi a Porta Palazzo si svolge il più grande mercato d’Europa, ed è sempre qui che si trova il Mercato Coperto dell’Antica Tettoia dell’Orologio, un edificio in vetro e ferro che ospita negozi di alimentari, in prevalenza macellerie e ortaggi. La facciata e le pareti dell’Antica Tettoia dell’Orologio riportano la scritta “amare le differenze” in tantissime lingue diverse: un suggerimento per provare bontà alimentari meno note, ma anche per promuovere il rispetto delle varie etnie che si incontrano in questa zona della città.
Purtroppo per noi il mercato è davvero affollatissimo e ad una prima impressione Torino ci appare come una città caotica, confusionaria e con tanti mendicanti.
Torniamo al parcheggio e recuperiamo i nostri bagagli: infatti abbiamo appuntamento alle 14 per il check in in appartamento, che si trova in via Francesco d’Assisi, in pieno centro. Una volta preso possesso del nostro alloggio partiamo immediatamente alla scoperta del centro storico di Torino dirigendoci in Piazza Castello (da cui proprio oggi parte il Giro d’Italia 2021).
Vedere la piazza in queste condizioni di folla e transenne è davvero difficile quindi, dopo qualche foto di rito davanti al castello, decidiamo di spostarci verso la Mole Antonelliana.
Sapevamo già che l’avremmo trovata chiusa, così come il Museo del Cinema al suo interno, ma anche solo vederla da fuori così imponente è uno spettacolo.
La Mole Antonelliana per chi non lo sapesse è una grande cupola che termina con una lunga guglia. È alta 167 mt e dal 1889 al 1909 è stata l’edificio in muratura più alto del mondo. Inizialmente doveva diventare la sede della Sinagoga di Torino, ma i tanti problemi strutturali dovuti all’ardito progetto architettonico fecero sì che la Comunità Ebraica torinese cedesse il progetto al Comune in cambio di un nuovo terreno.
Il Comune si accollò i costi per terminare la Mole e dedicarla al Re Vittorio Emanuele II.
Seguendo la tappa cronometro del giro d’Italia raggiungiamo il lungo Po fino al ponte Vittorio Emanuele I, che ci permette di avere una bella visuale sul fiume.
Rimaniamo molto colpiti dal Po a Torino: da mantovani non siamo abituati a vederlo e pensarlo come a un fiumiciattolo! Ma qui il grande fiume è all’inizio del suo corso, e il letto è piuttosto stretto rispetto a ciò a cui siamo abituati a vedere.
Proprio dall’altra parte del Ponte Vittorio Emanuele primo si trova la chiesa parrocchiale della Gran madre di Dio, la più importante chiesa di culto cattolico a Torino punto la chiesa della Gran madre di Dio è stata costruita dichiaratamente a somiglianza del Pantheon di Roma: le colonne e il timpano ricordano un tempio greco mentre all’interno troviamo un’unica navata rotonda sormontata da una grande cupola.
All’esterno la chiesa è preceduta da una imponente scalinata chiusa da una cancellata in ferro. Questo dettaglio ci è parso strano… e infatti abbiamo scoperto che la cancellata è stata messa per motivi di sicurezza: non mancavano i buontemponi che la percorrevano su e giù in fuoristrada. L’ingresso alla chiesa della Grand Madre di Dio è libero.
Dopo la visita proseguiamo attraversando la antistante Piazza Vittorio Veneto, una delle più grandi della città. I locali all’aperto sono moltissimi e lo spazio è occupato dai tanti tavolini dei bar.
Con una bella passeggiata ci portiamo verso un’altra piazza famosa, quella di San Carlo, salita alle cronache nel giugno 2017 per gli incidenti avvenuti durante una finale di Champions League, conclusasi con 1500 feriti e tre morti.
La piazza ospita un monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia chiamato dai torinesi caval ëd bronz. Ma è soprattutto famosa per le sue chiese gemelle in stile barocco che occupano il lato minore sud: la chiesa di Santa Cristina e quella di San Carlo .
Piazza San Carlo è spesso definita “Il salotto della città” ed è anche sede prescelta dagli artisti di strada per i loro spettacoli: anche i bambini avranno la loro dose di divertimento.
La nostra ultima tappa è l’adiacente Galleria San Federico, uno dei tre famosi passage parigini presenti in Torino centro.
Dove mangiare durante questo itinerario a Torino
Durante questa prima mezza giornata a Torino ci siamo resi conto di quanti bei locali ci siano in città! Noi ne abbiamo scelti due: uno per la merenda e uno per la cena.
Il primo è il Panificio Panacea a metà strada fra Piazza Vittorio Veneto e Piazza San Carlo. Si tratta di una panetteria artigianale dove abbiamo degustato biscotti, crostatine, pane alle fragole e torta di pane, nonché una birra artigianale ottenuta in parte dalla fermentazione del pane invecchiato.
Il secondo locale si chiama Sedici10 Bagel e, come dice il nome,offre i famosi panini a forma di ciambella -bolliti e poi cotti al forno- farciti con grande fantasia. È un locale con una cucina adattissima anche ai bambini perché questi bagel sono davvero sfiziosi.
Cosa vedere a Torino in 3 giorni, giorno due
Km percorsi: 12
Ogni grande città ha il suo polmone verde e la città Sabauda non è da meno. Se c’è una cosa da vedere a Torino è il Parco del Valentino, il grande parco pubblico simbolo della città.
Il Parco del Valentino sorge sulla riva del Po, fra i ponti monumentali di Umberto I e Isabella. Le sue origini sono antiche, pare addirittura risalgano al II secolo d.C. quando qui sorgeva una piccola cappella dedicata a San Valentino che ospitava anche alcune sue reliquie.
Oggi il parco del Valentino offre tre importanti punti di interesse:
➡️ il castello dei Savoia, utilizzato come residenza estiva già a partire dalla metà del 1600, e oggi sede della Facoltà di Architettura.
➡️ il borgo medievale, costruito nel 1884 in occasione dell’esposizione generale italiana. Il borgo doveva rappresentare le tipiche costruzioni medievali valdostane e piemontesi. Ancora oggi è utilizzato come spazio espositivo.
➡️ la Fontana dei 12 mesi, del 1898.
Oltre a ciò il Parco del Valentino presenta innumerevoli passeggiate, piste ciclabili e occasioni di svago e sport (soprattutto in questo periodo, con le palestre ancora chiuse!).
Un altro giardino che ci è piaciuto moltissimo e che consiglio almeno per una sosta e il Giardino di Sambuy, nei pressi della stazione Porta Nuova. Fu progettato nel 1860 da Barillet-Deschamps (che in parte rimaneggiò anche il Parco del Valentino) come un’ oasi verde con sentieri sinuosi e un laghetto con fontana, testimonianza dell’arrivo in città dell’acquedotto.
Al centro si trova un grande gazebo utilizzato come serra dall’associazione Giardino Fornito, che rende il giardino di Sambuy un punto di incontro culturale. La domenica si svolge anche un bel mercato contadino.
Il Giardino Sambuy ospita anche un esemplare di Pterocarya fraxinifoliaa, a cui è stato conferito il titolo di albero monumentale.
Ritorniamo verso il centro della città e facciamo una sosta alla seconda galleria di Torino, la più bella secondo me: la Galleria Subalpina. Si trova nei pressi di Palazzo Carignano, in piazza Carlo Alberto (altra bellissima piazza peraltro!)
La Galleria Subalpina è decisamente elegante e raffinate, e ospita al suo interno il Caffè Baratti & Milano, uno dei più antichi di Torino.
Dopo una pausa gelato torniamo a casa a riposarci un po’: alle 15 infatti ci aspetta il Palazzo Reale.
Palazzo Reale si trova in piazza Castello ed è stata la sede della famiglia Savoia a Torino fino dal XVII secolo. Ovviamente ogni monarca ha lasciato la sua impronta, allargando, disfacendo e ricostruendo intere ali del palazzo.
Il biglietto si acquista on line. Purtroppo la visita guidata era già sold-out al momento della nostra prenotazione (ci credo: costa solo 5 € in più oltre al prezzo del biglietto!) ,quindi ci siamo avvalsi dell’audioguida.
L’audioguida si può noleggiare in biglietteria al solito prezzo di 5 €, oppure si può scaricare la app del museo e acquistare i commenti a 3,99 €. Abbiamo scelto questa opzione non per risparmiare, ma per evitare di utilizzare apparecchi già usati da qualcun’altro.
Il Palazzo Reale è davvero immenso e comprende il palazzo vero e proprio, l’ Armeria, la Galleria Sabauda e i Giardini Reali. Tenetevi almeno tre ore di tempo…per il piccolo Luca è stato abbastanza noioso (“mamma guarda, c’è la mappa di questo posto! Così possiamo subito trovare l’uscita!!”): le stanze reali sono meravigliosea decisamente poco interessanti per un bambino di 5 anni, così come la Galleria Sabauda. Diverso invece è stato per l’Armeria (in assoluto la sala più bella e interessante di tutto il museo) e i Giardini Reali, dove anche lui è stato partecipe. Eva fortunatamente ha salvato anche la Galleria, visto che ha riconosciuto alcune tele presenti nei suoi libri scolastici.
Dopo più di tre ore passate a Palazzo Reale ci dirigiamo verso il Duomo di Torino, che si trova proprio adiacente a un’ala del Palazzo: la Cappella della Sacra Sindone costituisce parte del transetto del Duomo, anche se è accessibile solo dal palazzo.
Il Duomo in sé non è nulla di eccezionale, ma conserva la reliquia della Sacra Sindone. Inoltre si trova sul limitare dell’area archeologica di età romana, con un anfiteatro e le antiche porte della città.
A poche centinaia di metri si trova anche l’ultimo passaggio coperto degno di nota: la Galleria Umberto I (così ho fatto il triplete!).
Dove sostare durante questo itinerario a Torino
Vi suggerisco i tre locali in cui ci siamo fermati.
A pranzo abbiamo scelto la Caffetteria dell’ Università, in via Madama Cristina 34, non lontano dalla stazione Porta Nuova: offre buoni panino, sandwich, piadine ma anche primi e secondi piatti grazie alla gastronomia all’interno del locale.
Ci siamo poi concessi una merenda reale al Caffè del Palazzo Reale, davvero da provare! È una merenda che si può consumare solo nel week end e solo in alcuni locali storici di Torino. Noi abbiamo preso la versione Settecentesca con cioccolata calda, biscotti bagnanti, cioccolato e torrone. Costa 10 € ma è molto abbondante.
Infine abbiamo cenato da Dume Italian Jacket Potato, in Galleria Umberto I, ristorante adatto anche alle famiglie che serve la patata lessa e rivisitata in mille modi diversi.
Cosa vedere a Torino in tre giorni, ultimo giorno
Il nostro ultimo giorno a Torino si traduce in mezza giornata, perché subito dopo pranzo ci aspettano le tre ore e passa di auto per tornare a casa.
L’ultima mattinata risponde allo scopo principale della nostra presenza a Torino: visitare il Museo Egizio.
Il Museo Egizio di Torino da sempre è considerato il secondo più importante al mondo dopo quello di Il Cairo. Avendo visitato accuratamente anche quest’ultimo, devo dire che quello torinese mi ha un poco delusa, o meglio: il Museo Egizio di Torino è un gioiello ma fra i due c’è un abisso.
Probabilmente la mia opinione deriva anche dal fatto che il museo di Il Cairo viene visitato contestualmente alla Piana di Giza, con le Piramidi e la sfinge, e che quindi il contesto è completamente diverso.
Ad ogni modo il Museo Egizio di Torino resta un must in città e il modo migliore per noi italiani di avvicinarci alla cultura egizia.
Anche in questo caso il biglietto va riservato on line con almeno un giorno di anticipo. Abbiamo trovato un po’ carente il lato organizzativo: c’è uno spazio bimbi prima dell’ingresso, che abbiamo trovato vuoto; nessuna spiegazione sul percorso di visita al momento dell’ingresso, e niente audioguida (ci sono alcuni QR-CODE sui box che rimandano a video sul canale YouTube del museo…) . Ma soprattutto nulla dedicato ai bambini.
Per quanto riguarda lo spazio espositivo e il percorso (suddiviso per periodi storici) nulla da ridire, tutto molto bello e con pannelli informativi esaustivi.
La sala che fa rimanere a bocca aperta è l’ultima, la Galleria dei Re, che conserva statue di grandi dimensioni fra cui due sfingi e statue di Faraoni.
Purtroppo il caffè del museo era chiuso per le disposizioni anti Covid-19.
Anche in questo caso il tempo di visita è almeno due ore.
Dopo questa ultima maratona egizia torniamo alla macchina sotto una pioggia torrenziale e lasciamo Torino.
Siamo stati molto soddisfatti di ciò che siamo riusciti a vedere, del nostro alloggio, dei locali in cui abbiamo mangiato. Ci torneremo!
Torino città per i bambini
Non tutte le città sono uguali. Alcune sono più ospitali nei confronti delle famiglie, altre meno. Per quanto riguarda Torino, diamo un bel voto positivo.
Abbiamo trovato molti alloggi a prezzi competitivi in pieno centro città. Ciò rende più semplice raggiungere i punti di interesse e stressare meno i piccoli.
Torino è una città molto pulita, con marciapiedi ampi e comodi. Per chi spinge un passeggino non è un dettaglio da poco! Non abbiamo mai dovuto lasciare un marciapiede a causa di auto mal parcheggiate (come accade spesso a Milano ad esempio).
A Torino abbiamo trovato tantissimi locali adatti anche alle famiglie, con proposte alimentari accattivanti anche per i bambini (che spesso sul cibo sono molto abitudinari e faticano ad accettare piatti nuovi).
A Torino le piazze enormi del centro sono un’ottima valvola di sfogo. I bambini possono correre senza rischiare di venire investiti 😅 mentre i genitori bevono un aperitivo. Abbiamo incontrato anche artisti di strada che hanno reso le ore ancora più liete.
Insomma, per noi Torino è promossa a pieni voti!