Mantova, città rinascimentale. Palazzi imponenti serrati da enormi cancelli fra le cui mura si celano piazze nascoste e giardini misteriosi. Quante volte, passeggiando per le vie del centro, mi sono ritrovata a sbirciare dentro ai cortili dove giardini rigogliosi crescono ben protetti da sguardi indiscreti… Ma finalmente è giunta l’occasione: è arrivato il momento di spalancare quei cancelli e immergersi nel verde dei giardini segreti di Mantova. Tutto questo grazie a Interno Verde, festival arrivato alla sua seconda edizione, che attraverso l’associazione Il Turco ha convinto i proprietari a condividere i loro spazi verdi con il pubblico, anche se solo per due giorni.
Interno Verde nasce a Ferrara e da quest’anno è stato esportato anche a Mantova. Quando ho visto l’annuncio sui social mi sono segnata la data, e finalmente lo scorso week end abbiamo potuto accedere a tantissimi giardini normalmente chiusi.
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Interno Verde a Mantova
Interno Verde ha reso possibile visitare ben 39 aree verdi, sia private sia facenti parte di edifici pubblici ma generalmente chiusi. La maggiori parte di questi spazi è collocata fra le vie del centro storico, all’interno di palazzi quattrocenteschi che hanno visto passare artisti come Luca Fancelli e Andrea Mantegna.
Un esempio ne è Palazzo Benzoni, in via Mazzini 22. La storia di questo palazzo risale al 1480 e si mescola a quella di diverse famiglie nobili. Ciascuna ha lasciato una propria traccia, ma quella più evidente e di pregio è sicuramente data dalla mano di Luca Fancelli e dei suoi fregi in terracotta. In questo stesso palazzo ha vissuto anche Andrea Mantegna, poi cacciato perché non pagava la prigione dovuta.
Il giardino di Palazzo Benzoni si può ammirare da lontano, in quanto inaccessibile: gli alberi secolari richiedono molta cura e rispetto dell’ambiente circostante.
Il Giardino dei Semplici
Ritroviamo la mano del Fancelli anche nel Giardino dei Semplici, primo giardino di Palazzo Ducale. È a pianta quadrata, diviso in quattro quadranti che simboleggiano i quattro punti cardinali, le quattro stagioni e i quattro elementi: Aria, Acqua, Fuoco, Terra. Il giardino prosperó fino al 1630 e fu teatro di grandi banchetti di nozze e per ricevere sovrani in visita. Originariamente le piante furono trasportate a Mantova da Firenze e dal Monte Baldo, noto già allora per il suo microclima particolare.
Dalla seconda metà del Seicento il degrado ridusse il giardino a uno spazio incolto. Quello che vediamo oggi è frutto del restauro del 1981.
Palazzo Ducale è visitato ogni anno da migliaia di visitatori, ciononostante riesce ancora a conservare luoghi segreti e a stupire i pochi fortunati che hanno avuto accesso al festival.
In mezzo scorre il rio
Uno dei luoghi più iconici e affascinanti di Mantova, la vista del rio dai portici di via Pescheria provoca piccoli sconvolgimenti emozionali. È una veduta che non ti aspetti questo piccolo corso d’acqua contenuto dalle fondamenta dei palazzi altissimi e dalle fronde degli alberi dei giardini che vi si affacciano.
Un piccolo balcone con la ringhiera in ferro battuto, nel giardino del civico 14, consente di affacciarsi sul rio e sulle Pescherie di Giulio Romano, e immaginare la vita brulicante dei secoli addietro quando ogni casa affacciata aveva accesso diretto all’acqua, che veniva utilizzata per lavare i panni ma anche per scendere alle barche. Dagli anni Venti del secolo scorso il rio non è più interamente navigabile, in quanto buona parte del percorso è stata interrata per ammodernare la pianta della città . Ma questi interventi non hanno di certo scalfito il suo fascino e il legame stretto dei mantovani con l’acqua.
Antichi alberghi e curiosità toponomastiche
Interno Verde ci fa conoscere anche tante curiosità su Mantova… Ad esempio perché vicolo Fieno e vicolo Albergo portano questi nomi? Ad esempio perché qui sorgeva l’albergo più lussuoso di tutta la città , ma per scoprirlo bisogna riuscire a varcare il cancello di via Cavour 13, normalmente chiuso al pubblico. È proprio da qui che si accede ad un ampio giardino circolare, ospitato in un cortile quadrato delimitato da un edificio color rosso pompeiano ormai sbiadito. Proprio qui era ospitato il primo grande albergo di Mantova, voluto nel 1784 dal marchese Carlo di Canossa (già proprietario del palazzo omonimo a poca distanza, oggi della famiglia Colaninno). Quindici anni più tardi l’albergo venne rinnovato annettendo edifici attigui per trasformarli in scuderie (ecco perché vicolo Fieno).
Purtroppo le cose cambiarono in fretta: ben presto l’albergo fu dismesso e l’edificio venduto. Oggi è conosciuto come Palazzo Barbetta, che conserva comunque il fascino decadente dei tempi che furono, con il lungo balcone da cui pendono rampicanti e rami di glicine, e il giardino ombroso che non ha perso la sua eleganza.
Questi sono solo alcuni esempi dei tanti giardini aperti a Mantova durante il festival Interno Verde. Per non perdere la prossima edizione è possibile iscriversi alla loro newsletter.