Torno a scrivere del mio amato Madagascar per parlarvi della zona del canal des Pangalanes, area praticamente sconosciuta sulla costa est di questa grande isola.
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Pangalanes… Che roba è??
Pangalanes è il nome dato a un sistema di canali naturali e laghi collegati artificialmente tra loro. È una via d’ acqua lunga ben 600 km, da Farafangana a Toamasina.
In Madagascar sono tante le cose che mancano: soldi, istruzione per tutti, sistema sanitario, commercio. E strade.
Le strade in Madagascar sono un terno al lotto, a volte sono segnate sulle cartine e poi non esistono; a volte si trova un sentiero battuto dove dovrebbe esserci una risaia.
I colonialisti francesi, fra le varie pessime idee che hanno avuto per questo paese, ne hanno messo in pratica anche qualcuna buona: ad esempio sfruttare fiumi e laghi della costa orientale per realizzare una vera e propria via di comunicazione sull’ acqua, che viene sfruttata tutt’ oggi, da oltre un secolo.
Buona parte dei 600 chilometri del canal di Pangalanes sono navigabili e offrono un percorso sicuro alternativo all’ oceano, che in alcune stagioni può essere particolarmente inospitale e pericoloso.
Fra tutte le escursioni che si possono fare in Madagascar, quella della navigazione sul canal des Pangalanes è sicuramente una delle più originali.
Più che dalle località incontrate (anche se dal punto di vista emotivo bucano il cuore) il fascino della navigazione sui Pangalanes sta nella processione continua di barche di ogni dimensione e dal contatto con la popolazione locale.
Escursione lungo il canal des Pangalanes
La nostra escursione lungo il canal des Pangalanes si è svolta per due giorni nel tratto che va da Mananjari a Mahanoro per circa 200 km. Se cercate su Google Map queste località le troverete, mentre molti villaggi che sorgono lungo le rive non sono segnalati.
Non dovete immaginare questa escursione come una piccola crociera. L’ imbarcazione media utilizzata per questo tipo di escursione non offre alcuna comodità: giusto un pavimento su cui sedersi e un tetto sulla testa. Nella foto (orrenda!!) qui sotto potrete farvi un’ idea di ciò che intendo.
Insomma si tratta di una vera avventura! Si naviga tutto il giorno, godendosi il paesaggio lungo le acque e scambiando rapidi saluti con le persone che navigano o che lavorano lungo i canali. L’ acqua, grazie alla ricchezza di pesci, molluschi, crostacei e alla possibilità di irrigare i campi di manioca, è un’ importante forma di sostentamento per la popolazione di etnia Betsimisaraka che occupa questo territorio.
Lo snodarsi dei canali si alterna con grandi lagune, il paesaggio non è mai uguale, e qui si incontrano comunità che vivono in villaggi costituiti da capanne di legno con tetto in paglia.
Escursione lungo il canal des Pangalanes : l’ elefante di Ambohitsara
Fra i punti di interesse in cui fare una sosta lungo questo tratto del canal des Pangalanes annovero Ambohitsara, un villaggio isolato e raggiungibile solo in barca. Qui si trova anche un hotel se si desidera pernottare. Ambohitsara è “famosa” per una enigmatica scultura in pietra a forma di elefante.
Sembra essere qui dalla notte dei tempi e, manco a dirlo, nessuno sa come ci sia arrivata e che significato abbia. Quel che è certo è che in Madagascar non ci sono elefanti.
Escursione lungo il canal des Pangalanes : una notte a Nosy Varika
Anche Nosy Varika merita una sosta. Nosy Varika significa “isola del lemure marrone”, ma non è affatto frequente vederne. L’ unico esemplare che abbiamo incontrato se ne stava tristemente chiuso in una gabbia.
Ci siamo fermati a Nosy Varika per la notte, alloggiando in alcuni bungalow in legno e paglia come le capanne in cui vive la popolazione di qui.
Avevo già avuto assaggio della condizione misera in cui la maggior parte dei malgasci è costretta a vivere. A Nosy Varika l’ abbiamo condivisa.
Qui non esistono strade, solo sentieri in terra battuta che alla prima pioggia si trasformano in pantano. L’ elettricità è un bene prezioso, centellinato per poche ore al giorno e ad un voltaggio ridicolo. L’ acqua corrente (per modo di dire, visto che ne esce un rivolo dal rubinetto) era presente solo nel nostro hotel.
Quando mancano questi beni che noi diamo per scontati ci si rende conto di quanto ci permettano di fare nella nostra quotidianità, come ad esempio:
➡️ tirare lo sciacquone dopo essere andati in bagno
➡️ leggere anche quando cala la sera
➡️ alzarsi di notte senza ammazzarsi al buio
➡️ lavarsi le mani quando ne abbiamo necessità, per non parlare di fare una doccia
➡️ usare l’asciugacapelli o l’ epilatore o qualsiasi altro apparecchio elettrico.
Eppure.
Eppure qui tutti sorridono. Vivono con niente, sono vestiti di stracci eppure ci accolgono con gioia e risa, i bambini ci corrono incontro e improvvisano una danza irresistibile, per cui anche noi ci mettiamo a ballare.
A Nosy Varika ci sono diversi negozi, che a vederli viene un tuffo al cuore. Da farmacista sono andata a vedere che medicine avessero nella “farmacia”: antibiotici mai sentiti nominare, qualche antifiammatorio e poco altro. Però avevano qualcosa per l’ impotenza maschile, con un nome assurdo e la testa di un toro sulla confezione.
Fare un’ escursione lungo il canal des Pangalanes e passare la serata con le persone di qui è stato come partire per un altro pianeta.
Giravamo per strada alla luce della nostra torcia, loro nemmeno quella ed erano completamente invisibili, ma appena illuminavamo il loro volto appariva un sorriso bianco e luminoso.
Le notti africane sanno essere buie come non mai, e le stelle sono miliardi. Le stelle del cielo del Madagascar sono diverse, cerchi l’ Orsa Maggiore ma trovi la Croce del Sud che ti guarda, e ti viene da dire una preghiera anche se non credi.
Fammi essere come loro, che non hanno niente e sembrano così contenti.
O forse il contrario: tienimi lontano da questo mondo cosi strano che disorienta.
La mattina arriva in fretta ed è gia ora di riprendere la nostra navigazione. Il meteo è clemente e ci lascia navigare senza piogge, anzi il sole ci invita a salire sul tetto dell’ imbarcazione. La giornata scivola via come la nostra barca, placida e tranquilla.
Da Nosy Varika a Mahanoro non ci sono soste particolaro da fare, quindi ci limitiamo a fermarci per pranzo in un grazioso ristorante affacciato sul fiume. Continuiamo ad incontrare molte donne che pescano lungo il Pangalanes con piccole reti, e processioni di ragazze con i loro fagotti sulla testa.
Raggiungiamo Mahanoro nel pomeriggio, e qui termina la nostra escursione sulla via d’ acqua più lunga del Madagascar.
Così come il treno Fianarantsoa-Cote Est, anche l’ escursione sul canal de Pangalanes fa entrare in contatto diretto con la quotidianità dei malgasci.
Non siamo scesi dalla barca a cuor leggero. Ma sicuramente con un po’ di consapevolezza in più.
4 comments
La curiosità per l’Africa è nata in me solo da poco… così diverso e misterioso da tutto quello a cui sono abituata. Però racconti come questo mi fanno pensare di essermi sbagliata, e che certi posti siano anche più magici di quello che sembra. E poi è vero, pensi a tutto quello che abbiamo noi… e torni a casa con qualche domanda in più. Ps: le foto sono stupende!
Non ci rendiamo conto di quanto abbiamo, finche non vediamo come si vive senza….Grazie per il complimento sulle foto!
I posti sono bellissimi ma capisco bene che vivere lì non sia facile, per noi, abituati a tutte le comodità, quasi impossibile. Però auspicherei che almeno l’acqua corrente e l’elettricità arrivino in tutte le loro case.
Ho notizie fresche di questo’ estate e ancora non è cambiato nulla….”pole pole” come dicono i malgasci