Il Santuario delle Grazie (nome completo Santuario della Beata Vergine delle Grazie) si trova a pochi chilometri da Mantova nel pittoresco e raccolto borgo di Grazie. Si affaccia sulla grande ansa del fiume Mincio che precede l’ingresso nelle acque del lago Superiore di Mantova, ed è una delle mie mete preferite per una gita durante la bella stagione. Il grande parco dietro al Santuario infatti è il luogo ideale dove organizzare un bel pic nic.
Il Santuario delle Grazie è talmente particolare da richiamare molte persone anche al di fuori del turismo religioso, e i buoni motivi per visitarlo sono almeno 3.
Ma prima raccontiamo un po’ di storia, ok?
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Santuario delle Grazie: origini e miracoli
Le prime testimonianze di un luogo di preghiera a Grazie risalgono all’anno Mille, quando un capitello con una effige raffigurante la Madonna col bambino venne posta in riva al Mincio. I barcaioli che pescavano nel fiume pregavano la Madonna di avere pesche fruttuose e di proteggerli.
Una vera e propria basilica viene invece eretta nel 1399 per volere di Francesco Gonzaga, come ex voto per aver liberato Mantova dal flagello della peste. La consacrazione avvenne nel 1406 il giorno di Ferragosto, festa dell’Assunta, e la basilica venne affidata ai frati francescani. La data del 15 agosto rimane centrale nella vita del Santuario fino ai giorni nostri.
Fino al 18esimo secolo la Basilica di Grazie risplende dal punto di vista artistico e architettonico. Pensate che il convento arriva ad avere ben 4 chiostri e a poter ospitare 50 frati.
Ma purtroppo alla fine del Settecento arrivano i guastafeste: con l’avvento del potere austriaco il convento cade in disgrazia, e in seguito viene ripetutamente saccheggiato.
Fortunatamente ritorna meta di pellegrinaggi nella seconda metà del 1800.
Ovviamente in un luogo così mistico sono avvenuti anche dei miracoli per intercessione della Beata Vergine: uno vede protagonisti due fratellini che giocano nel Mincio e vengono attaccati da un coccodrillo, riuscendo ad ucciderlo e a salvarsi; il secondo invece ha permesso a San Bernardino da Siena di navigare sulle acque del fiume galleggiando sul suo mantello.
Perché visitare il Santuario delle Grazie: 3 buoni motivi
E ora veniamo al perché visitare il Santuario delle Grazie dovrebbe essere una buona idea.
1. la visita al Santuario
Il primo sta nella visita del Santuario stesso: vista da fuori la chiesa sembra ben poco interessante, ma all’interno nasconde peculiarità uniche al mondo. È composta da una sola navata, con diverse cappelle votive ai lati. E fin qui, nulla di strano. Ma alzando gli occhi non appena varcata la soglia, ecco apparire tutta la sua stranezza: un grande coccodrillo imbalsamato, tutto incatenato, pende dal soffitto! Cosa ci fa un grosso rettile appeso in chiesa?! In realtà quello del Santuario di Grazie non è l’unico caso in Italia, ma si contano comunque sulle dita di una mano. Il coccodrillo rappresenterebbe il male, e appenderlo in catene al cospetto di Dio servirebbe a esorcizzarlo. Ma da dove arriva l’animale? L’ipotesi più accreditata è che fosse fuggito da uno zoo di proprietà dei Gonzaga.
Io preferisco pensare che sia il coccodrillo che ha tentato di mangiarsi i due piccoli mantovani nel Mincio. Del resto è la storia che raccontano a tutti i bambini che passano di qui.
Un altro “dettaglio” che rende incredibile il Santuario delle Grazie sono le pareti lunghe della navata… Completamente in legno. Non vedrete nulla di simile in nessun’altra chiesa al mondo, in quanto questa è davvero l’unica in tutto il globo ad avere questa struttura.
Tecnicamente si chiama impalcato ligneo, ed è costituito da tante colonne che creano moltissime nicchie, riempite di manichini in cartapesta e altri oggetti in cera raffiguranti parti anatomiche.
L’impalcato ligneo rende il Santuario delle Grazie tanto unico quanto pacchiano,e si tende a dimenticare che ci si trova in una chiesa. È invece bene mantenere sempre un comportamento decoroso, vista la sacralità del luogo.
Fuori dal Santuario delle Grazie si può visitare anche il piccolo chiostro, l’unico rimasto.
2. Il Museo dei Madonnari
Fino dalla sua nascita, la Basilica e la festa dell’Assunta del 15 agosto attiravano centinaia di fedeli e pellegrini. Ben presto è nata la necessità di organizzare un mercato per far fronte alle necessità di tante persone. Nel 1425 Francesco Gonzaga inaugura una vera e propria fiera delle Grazie.
Ben presto inizia ad esprimersi una forma di arte religiosa che consisteva nel disegnare immagini sacre su qualsiasi superficie utilizzando gessetti colorati. Nascono così i Madonnari, anche se questo termine è stato coniato da Enzo Tortora solo nel 1973, anno della prima vera competizione.
Da allora il 15 agosto Grazie viene presa d’assalto da decine di artisti madonnari ma soprattutto da migliaia di persone che vogliono assistere alla creazione delle opere: l’intera piazza antistante il Santuario si trasforma in una gigantesca tavolozza che, a partire dal tramonto del giorno precedente, si colora di ora in ora dando vita a una mostra a cielo aperto.
Un’arte così singolare merita un museo tutto suo. E infatti a Grazie si può visitare il Museo dei Madonnari, che custodisce opere create su cartoncino e terracotta, e fotografie delle varie edizioni che dimostrano le varie tecniche pittoriche e abilità degli artisti.
Il Museo è aperto solo nei week end: venerdì pomeriggio dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18. L’ingresso è ad offerta libera.
Per chi invece vuole vedere dal vivo i Madonnari al lavoro nel giorno di Ferragosto è bene sapere che bisogna presentarsi all’alba per prendere un posto in piazza! Al termine della fiera le opere non vengono cancellate, ma lavate via dalle piogge…e purtroppo spesso il giorno dopo piove!
3. I barcaioli del Mincio
Il terzo buon motivo per raggiungere il Santuario delle Grazie a Curtatone è per fare la gita in barca nella Riserva Naturale delle Valli del Mincio.
Emissario del lago di Garda, il fiume Mincio rallenta la sua corsa all’altezza di Rivalta, pochi chilometri di prima di Grazie, dove crea un ambiente paludoso di grande interesse naturalistico.
Sulla destra del Santuario una discesa porta fino al grande parco (quello perfetto per i pic nic!) dove si trova un chiosco ma anche il porticciolo da cui salpano le imbarcazioni dei barcaioli del Mincio.
L’escursione dura da 1 a 2 ore consente di navigare fra canneti, ninfee e fior di loto in un ambiente palustre ricchissimi di avifauna. È una gita molto soddisfacente per gli appassionati di birdwatching. Nei mesi di luglio e agosto poi la fioritura dei fior di loto rende questo tratto di fiume davvero spettacolare. (sui fiori di loto del lago Superiore potete leggere qualcosa fra le curiosità su Mantova)
Dove mangiare durante una visita al Santuario delle Grazie
Ve l’ho già detto che nel parco si possono fare i pic nic?! Si ok, se invece qualcuno preferisce sedersi a tavola il piccolo borgo di Grazie saprà sorprendervi per l’ottima offerta culinaria.
Vi lascio tre nomi, tutti testati personalmente:
👉🏻 La locanda delle Grazie, che ha appena cambiato gestione passando ai proprietari della Fragoletta di Mantova (ne ho parlato nel post sulle trattorie mantovane), cucina piuttosto ricercata e raffinata. D’estate si può cenare sotto al bellissimo pergolato.
👉🏻 Il cacciatore, giusto di fronte, ambiente più rustico e semplice ma la carne è buonissima
👉🏻 Trattoria da Claudio, quando la virtù sta nel mezzo.
I tre ristoranti sono tutti uno adiacente all’ altro.
4 comments
POTETE FARE TRADUZIONE IN TEDESCO
La descrizione che fai del santuario mi ha veramente incuriosita. Il coccodrillo sarà appartenuto ai Gonzaga ma è bello pensare che sia quello che ha tentato di mangiare i fratellini (e le due cose potrebbero anche non escludersi l’un l’altra). Chissà magari prima o poi tornerò nella splendida Mantova e raggiungerò questa chiesa.
Sono stata a Mantova una sola volta, per il matrimonio di mio fratello, ora so cosa visitare la prossima voltà che andrò a trovarlo!
Un luogo davvero molto particolare il Santuario delle Grazie e con tante possibilità di attingere alle suggestive tradizioni del territorio.